E' stato il caso, o meglio, la Provvidenza, a farci incontrare Matteo.
Eravamo sul finire della prima elementare, quando il nostro bambino ha improvvisamente manifestato difficoltà nella scrittura.
I suoi problemi sono stati immediatamente ricondotti dalle maestre ad un disturbo dell'apprendimento ed anche se per garbo utilizzavano il condizionale, era chiara ed evidente la loro convinzione Mentre noi genitori cercavamo di capire ed orientarci in quell'intrigata selva di acronimi, il nostro bambino stava male e malvolentieri la mattina andava a scuola. Dal suo quaderno si capiva che gli venivano imposti esercizi mirati, i cui tempi di esecuzione venivano annotati assieme al numero degli errori. I risultati erano invariabilmente deludenti e parevano confermare la mal celata diagnosi delle insegnanti.
Ci affliggeva il disagio e la sofferenza del bambino.
Una persona speciale, cui abbiamo riferito le nostre preoccupazioni, ci ha suggerito di farlo parlare con Matteo: "pochi come lui sanno capire i bambini". In effetti, appena nostro figlio l'ha incontrato, subito ha vinto quella sua naturale ritrosia verso gli adulti e si gli si è immediatamente affidato. Così abbiamo fatto noi.
L'approccio di Matteo verso i problemi legati all' apprendimento è decisamente non ortodosso, talvolta quasi sconvolgente, ma noi abbiamo sentito che ci stava indicando la strada giusta: cercare l'origine del problema e non limitarsi a descriverne gli effetti. Per tutta l'estate il nostro bambino ha quotidianamente svolto gli esercizi che Matteo via via suggeriva, senza mai sgarrare ( o comunque sgarrando pochissimo).
Il nostro timore era che a settembre, al rientro a scuola, tanto impegno non venisse ripagato. I risultati sono invece arrivati e sembrano via via consolidarsi. Con essi l'autostima del bambino.
Siamo davvero infinitamente grati a Matteo.
Piercarlo e Ilaria